“… e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” ci richiama con forza inaudita il vangelo di Luca che ascoltiamo in questa VII Domenica del Tempo Ordinario, così da far trasparire in noi l’appartenenza a Dio, l’essere famiglia con Lui… l’essere e non il solo dirci di Cristo… CRISTIANI!!!

Davvero il Vangelo SEMPRE ci spiazza ma il brano di Luca di questa domenica va palesemente in una direzione assolutamente opposta alla logica di agire in questo nostro mondo. Come vivere allora questa Parola?!?

Diventando ciò che già siamo… radicando la nostra vita su questa rivoluzionaria Parola.

Quante volte in famiglia può capitare di dire o di sentirsi dire “Questa casa non è un albergo!!!” … è così anche per noi cristiani… la Chiesa non è un albergo dove pretendere un “servizio” perché “si paga” con l’essere presenti con fedeltà a liturgie e incontri… ma è il luogo/famiglia/corpo di Cristo che tutti insieme facciamo crescere verso ciò che il nostro Genitore Celeste ci indica come meta, cioè l’essere misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

Noi figlie e figli, profeti, sacerdoti, re… discepole e discepoli, testimoni di quel battesimo che abbiamo ricevuto e che ci ha donato quel DNA sufficiente per vivere nel mondo come lievito di vita e speranza nuove per tutti!!!

Buona Settimana           

don Alessandro

“Beati voi… Ma guai a voi…” il Vangelo delle beatitudini e dei guai, che ascoltiamo questa VI Domenica del Tempo Ordinario, ci parla di felicità… e ci mette in guardia sul come non raggiungerla!!! Sono le prime parole di Gesù, il suo programma, l’essenza della sua lieta notizia, un insegnamento scaturito dal suo cuore per dirci ciò che vuole per noi: renderci felici.

Le beatitudini sono una delle pagine del Vangelo che più conosciamo ma, nel contempo, ci appare nei suoi contenuti distante per la realtà che quotidianamente sperimentiamo, dal modo di comportarsi e di concepire la vita oggi. Il Signore ci consegna, come la consegnò alle folle, la “nuova legge”, la dichiarazione d’amore di Dio rivolta all’intera umanità. Ognuno di noi sa di poter essere beato, se lascia che queste Parole che indicano la vicinanza, la prossimità di Dio ad ogni uomo (anche quando è nella cattiva sorte, nel bisogno, nella sofferenza e pianto) diventino fiducia nel non dover affrontare da soli questi eventi, fiducia che Dio è con noi sempre… e se siamo consapevoli di avere Dio con noi… c’è sempre spazio per la felicità. Ma nel medesimo tempo ci richiama anche al non valutare superficialmente lo star bene secondo quanto presenta il mondo e i suoi modelli di realizzazione della felicità che invece ci possono profondamente allontanare e separare dalla fiducia in Dio… dandoci l’impressione che bastiamo a noi stessi e che di Lui non abbiamo necessità alcuna.

Lasciamo che la Sua Parola in noi faccia luce sul nostro essere o meno suoi discepoli/sue discepole per alimentare la Speranza.

Buona Settimana            don Alessandro

“Maestro abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci…” ascoltiamo nel Vangelo di Luca in questa V Domenica del Tempo Ordinario.

E davvero per alimentare la Speranza in questo Anno Giubilare dobbiamo imparare a mettere al centro la Parola perché, al contrario delle parole umane, la buona notizia del Vangelo ci sprona a tentare e a ritentare, fondando il nostro impegno sulla certezza che Dio vuole il meglio per noi, la nostra felicità… una pienezza di vita che già ora, nel tempo presente, ci fa gustare la Sua compagnia nell’affrontare ogni tempo della vita… anche quello del lavoro e dell’impegno che non portano frutto, anche quello dell’amore non corrisposto, anche quello della sofferenza e malattia che ci svuotano di quello che siamo sempre stati… Il Signore è con noi e quindi non abbiamo nulla da temere!!!

Questa settimana celebreremo la XXXIII Giornata Mondiale del Malato, sosteniamo questi fratelli e sorelle con la nostra preghiera:

“Dio, Padre della vita, insegnaci come il soffrire possa diventare luogo di apprendimento della speranza. Signore Gesù, hai scelto di condividere la sofferenza dell’uomo, rinnova il nostro amore e fai sorgere la stella della speranza. Spirito consolatore, rafforza la speranza, sostieni i sofferenti nella solitudine, insegnaci a non restare indifferenti alla sofferenza degli altri ma a condividerla.

Trinità beata, insegnaci a credere, sperare e amare come Maria nostra Madre. Amen.”

Buona Settimana            don Alessandro

Ecco alcuni passaggi del Messaggio del Consiglio episcopale permanente della CEI per la 47ª Giornata nazionale per la Vita, dal titolo “Trasmettere la vita, speranza per il mondo”:

“Come nutrire speranza dinanzi ai tanti bambini che perdono la vita nei teatri di guerra, a quelli che muoiono nei tragitti delle migrazioni per mare o per terra, a quanti sono vittime delle malattie o della fame nei Paesi più poveri della terra, a quelli cui è impedito di nascere? Questa grande “strage degli innocenti”, che non può trovare alcuna giustificazione razionale o etica, non solo lascia uno strascico infinito di dolore e di odio, ma induce molti – soprattutto i giovani – a guardare al futuro con preoccupazione, fino a pensare che non valga la pena impegnarsi per rendere il mondo migliore e sia meglio evitare di mettere al mondo dei figli.

Gli esiti di tali atteggiamenti, umanamente comprensibili, pongono numerosi interrogativi.

Quale futuro c’è per una società in cui nascono sempre meno bambini? La scelta di evitare i problemi e i sacrifici che si accompagnano alla generazione e all’educazione dei figli, come la fatica a dare sufficiente consistenza agli investimenti di risorse pubbliche per la natalità, renderanno davvero migliore la vita di oggi e di domani?

[…] L’impegno per la vita interpella innanzitutto la comunità cristiana, chiamata a fare di più per la diffusione di una cultura della vita e per sostenere le donne alle prese con gravidanze difficili da portare avanti. La Chiesa deve anche promuovere “un’alleanza sociale per la speranza, che lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine che vengano a riempire le ormai troppe culle vuote in molte parti del mondo”. Un’alleanza sociale che promuova la cultura della vita, mediante la proposta del valore della maternità e della paternità, della dignità inalienabile di ogni essere umano e della responsabilità di contribuire al futuro del Paese mediante la generazione e l’educazione di figli; che favorisca l’impegno legislativo degli stati per rimuovere le cause della denatalità con politiche familiari efficaci e stabili nel tempo; che impegni ogni persona di buona volontà ad agire per favorire le nuove nascite e custodirle come bene prezioso per tutti, non solo per i loro genitori. Tale alleanza può e deve essere inclusiva e non ideologica, mettendo insieme tutte le persone e le realtà sinceramente interessate al futuro del Paese e al bene dei giovani”

Buona Settimana            don Alessandro